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Almeno 50mila libri estratti dal fango e dalle acque, sui 150mila del totale, grazie all’intervento solidale di semplici cittadini e istituzioni, imprese sensibili e forze dell’ordine. Sono quelli messi in sicurezza nel maggio scorso all’indomani della tragica alluvione che ha travolto il Seminario vescovile di Forlì insieme a una parte considerevole della Romagna.

Memoria salvata

Oggi quel concorso collegiale di forze, tempestivo e per certi aspetti commovente, è diventato “Sommersi salvati. Libri liberati dal fango”: una mostra con 25 grandi immagini, umanamente intense e di grande valore artistico, realizzate da Silvia Camporesi, fotografa forlivese di livello internazionale, che racconta la desolazione che ha lasciato l’allagamento nei locali in cui era conservato questo fondo bibliografico di inestimabile valore, comprensivo anche di diversi volumi del Cinquecento. Ma anche l’impegno, la tenacia con cui la comunità locale ha unito le forze per preservare un elemento fondante della memoria collettiva, un patrimonio culturale che è stato almeno in parte messo in sicurezza e affidato al restauro.

 

Il contributo di Petroltecnica

C’era anche Petroltecnica, in quei giorni, fra le realtà che si sono messe a disposizione volontariamente per partecipare a questa sfida, contribuendo in particolare a rimuovere uno sversamento di idrocarburi che rischiava di rendere ancora più problematiche le operazioni. E la mostra, accompagnata da un video di Mara Moschini e Marco Cortesi e da tre installazioni, con il coordinamento di Sauro Turroni, resta come un’importante opportunità per riflettere su quanto accaduto e sulla responsabilità comune che fenomeni di questo genere richiedono perché si ripristini un nuovo equilibrio fra la nostra specie e la natura.

“Sommersi salvati. Libri liberati dal fango” è visibile fino al 3 dicembre (tutti i giorni ore 16.00-18.00, sabato anche ore 10.00-12.00) presso il Seminario Vescovile, via Lunga n. 47, Forlì. Info: info.sommersisalvati@gmail.com